E’ oramai consuetudine di tutti i giorni leggere notizie che acclamano i progressi dell’intelligenza artificiale applicata ai campi più disparati. Questa è la volta del mondo della fotografia e la notizia sembra di quelle che fanno balzare dalla sedia e strabuzzare gli occhi.
Niente come un’immagine riesce a comunicare in maniera diretta e concisa un’informazione. Forse è per questo motivo che la notizia arriva come un fulmine e colpisce nel segno senza bisogno di tanti giri di parole.
Basta guardare queste immagini per capire tutto.
Fonte Max-Planck Instite for Intelligent Systems
La macchina ha imparato ad immaginare quello che non c’è cosi bene da riuscire ad ingannare il nostro cervello facendo apparire le informazioni create artificialmente come se fossero li da sempre.
Ad oggi i migliori software in grado di fare questo genere di lavoro sono le macchine SISR (single image super resolution). Questi software ingrandisco l’immagine aggiungendo pixel con un look simile a quelli che gli si trovano accanto cosi da renderli coerenti con la scena.
Il risultato finale è pero una immagine con un risoluzione molto maggiore ma con poco dettaglio e sfocata. E’ quello a cui siamo abituati quando proviamo a ingrandire le nostre immagini usando software come Photoshop o simili.
I ragazzi del “Max Planck Institute for Intelligent System” si sono messi in testa di far diventare realtà quello che Hollywood aveva solo immaginato.
L’intelligenza che si nasconde dietro la loro scatola magica non è una semplice macchina in grado ci ripetere banalmente sempre la stessa sofisticata azione.
E’ una macchina che ha imparato dai propri errori fino a diventare cosi brava da intuire come dovrebbe apparire un immagine al pari di una persona (o quasi).
La tecnologia si basa su un sintetizzatore di texture che riesce a immaginare quella più sensata li dove serve. Per farlo si è allenata come faremmo noi per prepararci per una gara podistica o per preparare meglio i nostri dolci.
Per la fase di allenamento si è avvalsa di una rete neurale (un complesso modello matematico che ne sintetizza l’intelligenza) che l’ha aiutata ad apprendere dai propri errori.
Durante la fase di apprendimento una lunga lista di esempi sono stati forniti alla macchina sotto forma di coppie di immagini sgranate e nitide cosi da permetterle di apprendere quali sono i risultati che ci aspettiamo.
Completata la fase di apprendimento al software vengono fornite immagini sgranate che non ha mai trattato e gli si chiede la versione ad alta risoluzione.
I risultati sembrano a dir poco eccezionali. Non vedo l’ora di avere questa tecnologia applicata a strumenti come il resize, il clone stamp , il patch o il healing brush di Photoshop.
Per chi volesse cimentarsi con questa meraviglia sul sito dell’articolo viene fornito sia il prototipo del software che l’articolo scientifico completo.
Fonte: Max Planck Institute