Il più famoso strumento di post produzione fotografica è da diversi anni parte di un’offerta che vincola gli utenti alla sottoscrizione di un piano annuale. Come sono andate le cose in questi anni? Gli appassionati non amano più Photoshop? Ci saranno dietrofront da parte di Adobe? Si tornerà alla politica delle release o ci si spingerà oltre?
Un interessante articolo di qualche giorno fa apparso su Bloomberg (How Adobe Got Its Customers Hooked on Subscriptions) tira le somme sulla scelta drastica di Adobe di creare Adobe Creative Cloud e costringere i suoi clienti a fare una scelta altrettanto drastica.
Creative Cloud ovvero bruciamo le navi
Tutto nasce da una crisi nera con un calo del fatturato del 18% in un solo anno. La società si rende conto che si trova ad un bivio. Bisogna cambiare rotta oppure rischiare di fare la fine di grandi marchi caduti in disgrazia per non avere interpretato correttamente il cambiamento.
Adobe decide che è arrivato il momento di adottare misure drastiche per invertire la tendenza e sceglie di adottare la cosiddetta strategia del “burn the boats” ovvero nessuna possibilità di scelta per i clienti.
Se vuoi gli aggiornamenti al tuo software preferito devi aderire al programma Creative Cloud oppure sei fuori.
Una imponente levata di scudi investe Adobe.
Una petizione sul sito Change.org viene lanciata dai clienti scontenti ed è sposata da grandi nomi della fotografia del calibro di Brad Trent. La società è sempre più nell’angolo ma non molla di un centimetro.
I ricavi del 2013 scendono del’8% e si mantengono piatti anche l’anno successivo, poi le cose cambiano.
Oggi i ricavi sono saliti a 5.9 miliardi di dollari ovvero 4 in più rispetto al 2013 di cui l‘80% arriva proprio dalle sottoscrizioni.
Un terzo dei sottoscrittori sono completamente nuovi ed è facile ipotizzare che moti di questi clienti siano vecchi utilizzatori di software pirata.
Personalmente sono convinto che molti di questi nuovi clienti siano amanti della fotografica che hanno finalmente trovato accesso “lecito” ad una suite che un tempo aveva un costo proibitivo.
Photoshop oggi
Sono parzialmente d’accordo con chi crede che nessun reale miglioramento sia arrivato da questo cambiamento violento e che in fondo la scelta di Adobe sia stata dettata esclusivamente da esigenze di business.
Ma è anche vero che il mondo è cambiato e tutto fluisce più velocemente. Siamo abituati a ricevere aggiornamenti per i software sui nostri smartphone anche più volte al giorno. I software evolvono continuamente e l’idea di mantenere un’applicazione uguale per anni nell’attesa di una nuova release è ormai cosa obsoleta sia dal punto di vista della sicurezza che delle funzionalità (vedi Windows 10 che fornisce a stento la possibilità di posticipare l’installazione degli aggiornamenti).
Sono uno degli utilizzatori precoci della nuova offerta Adobe e devo dire che per poco meno di 150€ all’anno hai una delle migliori suite fotografiche che esistano, sempre aggiornata ed al passo con i tempi (basta dare un’occhiata alla pagina aggiornamenti photoshop per farsi una idea di come stia evolvendo).
E’ ormai chiaro a tutti che senza l’ausilio di software come Photoshop la moderna fotografia sarebbe impensabile. La fotografia digitale senza strumenti di post produzione sarebbe come possedere una supercar senza mai andare oltre la terza marcia.
Si spendono vagonate di soldi per comprare nuove lenti o nuovi corpi macchina quando almeno la metà dei risultati finali dipende da quanto sei bravo con Photoshop.
Unica pecca del piano offerto da mamma Adobe è a mio parere l’assenza di flessibilità a cui siamo abituati da servizi come Netflix.
Mi piacerebbe poter pagare un mese di affitto solo quando serve piuttosto che legarmi per un intero anno. Anche se poi vorrei vedere quanti appassionati di fotografia sarebbero disposti a stare più di una settimana senza i loro tool di post produzione.
Per essere precisi il piano Creative Cloud prevede già l’affitto della singola applicazione su base mensile ma è talmente poco conveniente che credo nessuno abbia seriamente pensato di sceglierlo.
Photoshop del futuro
Credo che la mossa di Adobe sia stata azzeccata ed in linea con i tempi. Credo anche che questo sia solo il primo passo di un cammino verso una trasformazione sempre più profonda in direzione dei servizi cloud (vedi Google Photo).
Probabilmente la diffusione della banda larga favorirà la nascita di servizi che consentiranno di usare software direttamente online. Non ci sarà più la necessità di avere PC super carrozzati per installarci sopra applicazioni pesanti come mammut al solo scolpo di maneggiare un RAW da 20~50MB
Avremo accesso ai nostri RAW file da qualsiasi computer connesso in rete e potremo rifinire la post produzione dei nostri scatti anche dal PC del villaggio turistico connesso in rete senza bisogno di portarci dietro il nostro portatile Ovviamente non lo faremo mai per in nostri scatti da dieci e lode, il perché lo spiego in questo articolo sulla stampa fine art, ma la possibilità di farlo apre un mondo di opportunità.
Non avremo più bisogno di stare attenti a come e dove salviamo i nostri file per proteggerli dai virus e da problemi al nostro PC.
Ovviamente non è tutto oro quello che luccica e pagheremo questi servizi fino all’ultimo centesimo. Credo però che avremo più tempo da dedicare alla nostra passione fotografica e meno tempo sprecato ad aggiornare applicazioni, ad effettuare backup e catalogare file.